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L'Islanda tra i paesi che emettono più CO2 al Mondo

Marco Vinci / 22 agosto 2021 / Criosfera

Ad una prima lettura questa notizia può sembrare veramente bizzarra. La terra di fuoco e di ghiaccio, resa famosa per le sue ricchezze naturalistiche e per l'alto utilizzo di energia geotermica dal sottosuolo, detiene un record così negativo?

Eppure è tutto vero e per comprendere meglio il significato di questo fenomeno dobbiamo tornare indietro nel tempo, non un tempo geologico, ma semplicemente intorno al 1930. A quei tempi l'Islanda non pensava certo allo sviluppo del turismo o all'industrializzazione del settore della pesca, ma sentiva forte l'esigenza di far crescere l'allevamento di bestiame.



Chi conosce l'Islanda, ha bene negli occhi le grandi distese verdi del sud o le pianure dei fondo valle del nord. Aree oggi intensamente a vocazione agricola, ma che un tempo erano diffusamente occupate da brughiere. Acquitrini e paludi, non idonee all'allevamento o all'agricoltura, ma potenzialmente fertili. Così negli anni '30 del secolo scorso, il Governo islandese iniziò importanti campagne di bonifica degli acquitrini "wetlands" realizzando importanti sistemi di drenaggio, oggi molto ben visibili nel sud d'Islanda nelle piane che circondano Hella, Fludir e Geysir. Nessuno probabilmente poteva immaginare che dare spazio all'agricoltura in Islanda, avrebbe potuto generare anni dopo una sempre più crescente emissione di gas serra in atmosfera.

Ma quale è la connessione tra lo sviluppo dell'agricoltura e l'emissione di gas serra? Tutto è dovuto alla presenza di importanti depositi di torba, che contengono di fatto un quantitativo enorme di carbonio. Drenando le acque delle brughiere, si è accelerato il rilascio di carbonio in atmosfera sotto forma di CO2. Senza parlare dell'impatto ambientale sugli habitat delle zone umide, del tutto compromessi dalle bonifiche, più l’agricoltura cresce più il processo di emissione di gas serra in atmosfera rischia di perdurare nel tempo. Solo come esempio tra il 1990 ed il 2015 le emissioni in atmosfera dell'Islanda sono aumentate del 30% con un contributo derivato dalle torbiere in deterioramento che pesa per circa il 70% del totale islandese.



Recentemente il Ministero per l’Ambiente e le Risorse Naturali Islandese ha indicato come prioritaria ed emergenziale l'inversione di tendenza nell'emissione di CO2, partendo con un incredibile progetto commissionato al Soil Conservation Service of Iceland che punta al ripristino delle brughiere in alcuni luoghi dove queste sono state eliminate.

Ma in cosa consiste il progetto? Diminuire il drenaggio dei terreni chiudendo i canali realizzati a partire dal 1930. La sfida non sarà facile ma tecnicamente affrontabile visto che oggi dei 4200 kmq di terreni bonificati, solo 570 kmq sono oggi destinati alla produzione agricola.

APPROFONDIMENTO: I gas serra sono gas presenti nell’atmosfera a cui si attribuisce l’importante ruolo di aumentare la temperatura della Terra per creare le condizioni ideali per la riproduzione della vita. Tuttavia questi gas, sebbene possano essere presenti in natura in piccole quantità, sono sempre più di natura antropica, ossia prodotti dall’uomo in quantità talmente elevate da essere ritenuti responsabili del surriscaldamento globale del pianeta. Alcuni gas serra presenti nell’atmosfera sono, infatti, la causa principale dell’effetto serra ossia svolgono il ruolo di catturare i raggi riflessi dal sole sulla Terra immagazzinandoli per favorire il riscaldamento dell’aria e del clima. Il problema è che le emissioni prodotte dalle attività umane a partire dalla rivoluzione industriale rischiano di compromettere l’equilibrio creato per effetto di questi gas naturali, innescando così cambiamenti climatici dannosi per l’uomo.

Tra i gas serra naturali, il vapore acqueo è quello che causa maggiormente l’effetto serra sulla Terra, in una percentuale che va dal 36% al 70%, mentre l’anidride carbonica ne è responsabile per circa il 6%-26% e l’ozono per il 3-7%. Tra i gas serra nocivi prodotti dall’uomo, tuttavia, ciò che incide maggiormente sul surriscaldamento globale e dunque sull’effetto serra è l’anidride carbonica (CO2), ma non meno rilevante è la sempre maggiore diffusione del gas metano nell’atmosfera. I gas serra di origine antropica, stanno purtroppo aumentando sempre di più nel corso degli anni a causa della combustione di fonti fossili quali carbone, petrolio e gas naturale e a causa dell’eccessivo sfruttamento della terra e delle aree boschive. Se la deforestazione genera elevate emissioni di anidride carbonica da una parte, colture intensive come quella del riso nonché l’allevamento del bestiame sono i principali responsabili di una maggiore concentrazione di metano nell’atmosfera. La stessa teoria del surriscaldamento globale o global warming attribuirebbe proprio ai gas serra derivanti dall’industria e dall’agricoltura la principale responsabilità dei cambiamenti climatici e dell’aumento della temperatura del Pianeta.


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