Criosfera un Mondo che cambia

Innalzamneto delle terre emerse

Marco Vinci / 12 agosto 2021 / Criosfera

La cittadina di HÖFN è sede operativa di una delle compagnie pescherecce più importanti d’Islanda. Dagli uffici dell'attività di pesca fondata dalla sua famiglia due generazioni fa, Adalsteinn Ingólfsson ha osservato anno dopo anno l'enorme ghiacciaio Vatnajökull rimpicciolirsi. I mutamenti climatici che causano l'aumento delle temperature, del nostro pianeta fa sentire i suoi effetti anche sulle attività di pesca.

"Il ghiacciaio si sta sciogliendo così tanto che la terra si sta alzando dal mare", ha affermato Ingólfsson, amministratore delegato di Skinney-Thinganes, una delle più grandi compagnie di pesca islandesi. “È più difficile far entrare e uscire dal porto i nostri pescherecci più grandi. E se qualcosa va storto con il tempo, il porto viene completamente chiuso».

Un clima più caldo non sta colpendo solo Höfn, dove la diminuzione del volume della calotta glaciale del Vatnajökull, sta generando fenomeni di risalita della terra emersa per un fenomeno noto come eustasia, provocando il drenaggio dei fiordi con conseguente trasporto di sedimenti, che tendono a riempire le foci dei fiumi. Allo stesso tempo il fenomeno dell’innalzamento delle terre emerse, genera la torsione e la rottura delle reti di distribuzione dei servizi come acqua e fognature, con conseguenze anche di tipo ambientali.

Con l'aumento delle temperature nell'Artico quasi più velocemente di qualsiasi altro luogo del pianeta, tutta l'Islanda è alle prese con la prospettiva di un futuro senza ghiaccio. In Scandinavia, il cambiamento climatico sta portando gli imprenditori a investire nelle aziende vinicole.

I produttori di energia stanno aggiornando le centrali idroelettriche e sperimentando l'interramento dell'anidride carbonica nella roccia, per tenerla fuori dall'atmosfera. Sono state avanzate proposte per un nuovo porto nel Finnafjord (la costruzione dovrebbe iniziare tra il 2021 e il 2023 e continuerà almeno fino al 2040) nel nord est, per intercettare il potenziale traffico merci mentre le compagnie di navigazione in Cina, Russia e nazioni artiche fanno a gara per aprire rotte attraverso il ghiaccio polare che si scioglie.

I cambiamenti climatici stanno provocando l'innalzamento dei mari, mentre in Islanda sta provocando l’innalzamento della terra nelle sue regioni più meridionali, fenomeno questo dovuto allo scioglimento della calotta glaciale. Un fenomeno oggi fatto rientrare con forza tra i temi di urgenza nazionale dal Governo Islandese.

Negli ultimi tempi l'Europa è stata interessata da un caldo record, la capitale islandese, Reykjavik, ha registrato le sue temperature più alte di sempre. L'economia islandese è sull'orlo di una recessione, in parte perché l’esportazione del pescato di mallotto (Mallotus villosus), conosciuto comunemente come capelin sta avendo forti limitazioni. Questa specie, parte fondamentale dell’ecosistema marino delle regioni artiche, sta abbandonando i mari islandesi per spingersi più a nord alla ricerca di acque più fredde. A Höfn, l'attività del signor Ingólfsson è stata ostacolata dai cambiamenti climatici. Mentre la terra emersa si è innalzata di quasi 50 centimetri dagli anni '30, solo nell'ultimo decennio, l’innalzamento è stato di 10 centimetri sul livello del mare. Si prevede che aumenterà fino a due metri nel prossimo secolo, secondo l'ufficio meteorologico islandese. Questo fenomeno, sta bloccando gli investimenti degli imprenditori della pesca islandesi come Ingólfsson, che hanno deciso di non acquistare nuovi pescherecci da traino di maggiore capacità. La concorrenza di stanza a Reykjavik, invece ha investito in enormi superpescherecci che utilizzano meno combustibili fossili e consentono una maggiore capacità di cattura, soprattutto per la pesca degli sgombri, che trovano nelle acque più calde che circolano intorno all’Islanda, ambienti ed ecosistemi adeguati che sostituiscono progressivamente quelli in cui viveva il Capelin. I pescherecci di Höfn, possono entrare e uscire solo con l'alta marea e le loro attività ne risentono notevolmente. Lo scorso inverno, due pescherecci sono rimasti bloccati fuori dal porto, costringendo il pescato a essere scaricato in un'altra fabbrica sulla costa orientale, lasciando inattivi decine di lavoratori nello stabilimento di Höfn. "Se non troviamo una soluzione", ha detto Ingólfsson, "le cose andranno solo peggio".

Per affrontare il problema dei mutamenti climatici, il governo islandese nel 2017 ha stanziato 55 milioni di dollari in cinque anni per progetti di riforestazione, conservazione del territorio e trasporti senza emissioni di carbonio per ridurre le emissioni di gas serra.

Gli ambientalisti affermano che non è ancora abbastanza per fare dell'Islanda, una nazione modello in fatto di lotta ai mutamenti climatici. Nonostante la generazione di energia geotermica pulita e idroelettrica, le principali industrie, tra cui la produzione di alluminio e ferrosilicio, producono anche un terzo dell'anidride carbonica islandese. Il turismo, ora motore della crescita dopo il crollo bancario nel 2008, è fiorito con un clima più mite, ma si è aggiunto ai problemi climatici dell'Islanda poiché gli aerei che trasportano milioni di visitatori spingono le emissioni di anidride carbonica pro capite al di sopra di quelle di tutti i paesi europei. Nazioni più grandi come la Norvegia e la Finlandia hanno ridotto maggiormente le emissioni e oltre 190 altri paesi, ad eccezione degli Stati Uniti, si sono impegnati a combattere il cambiamento climatico in base all'accordo di Parigi. Ma con l'impatto in Islanda più visibile che in altre nazioni, sta facendo quello che può, mentre cerca di trasformare il riscaldamento climatico in un vantaggio economico.

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